Accesso diretto del Fisco per conoscere il saldo dei conti correnti in caso di pignoramenti: il contenuto di una recente proposta

Accesso diretto del Fisco per conoscere il saldo dei conti correnti in caso di pignoramenti: il contenuto di una recente proposta

Con l’obiettivo di migliorare l’esito delle azioni esecutive poste a tutela dei crediti erariali, l’Agenzia delle entrate Riscossione potrebbe essere messa nella possibilità di venire a conoscenza dei rapporti finanziari capienti dei debitori. In pratica ogni soggetto con posizione debitoria verrebbe censito per individuare i rapporti finanziari in essere capienti, tali per cui un’azione di pignoramento troverebbe esito positivo.Allo stesso modo, i titolari delle imprese e chi è titolare di attività economiche non si vedrà bloccare tutti i conti correnti e di conseguenza bloccare l’attività con l’interruzione degli incassi. Questa misura permetterebbe di far agire l’Agente della Riscossione a colpo sicuro dal momento che, ad oggi, è possibile sapere se un contribuente ha un rapporto con un intermediario finanziario. Tuttavia, tale dato non individua l’effettiva situazione patrimoniale del debitore (entità del saldo). Sulla base di questi dati si può dar via alle pratiche per recuperare i debiti, anche con il pignoramento o il fermo amministrativo. Se, invece, la proposta venisse approvata i poteri del Fisco potrebbero allargarsi e permetterebbero allo stesso anche di sapere quanti soldi ci sono su quel conto corrente. Questa procedura permetterebbe di riscuotere più facilmente i soldi dovuti anche se bisogna precisare che l’accesso sarebbe limitato ai casi di evasione o inadempienza fiscale e non riguarderebbe un controllo generalizzato dei risparmi di tutti i contribuenti. La proposta è contenuta in una relazione che la “Commissione per il riordino della riscossione” ha inviato alla Conferenza unificata delle Regioni negli scorsi mesi. La Commissione è nata lo scorso anno e opera all’interno del ministero dell’Economia. Attualmente questa proposta si scontra con la realtà e la possibilità che il fisco possa avere accesso diretto ai dati bancari dei contribuenti resta di difficile applicazione, tale proposta si scontra con la tutela del diritto alla privacy.