
02 Mag Unione europea, come cambia l’IVA nell’era digitale
La rivoluzione dell’Iva nell’Unione europea è ai nastri di partenza. Il 14 aprile, infatti, sono entrate in vigore le prime novità contenute nel ViDA.
Nel dettaglio, si tratta di tre atti:
- la Direttiva (UE) n. 2025/516 che modifica la Direttiva 2006/112/CE per quanto riguarda le norme Iva per l’era digitale;
- il Regolamento (UE) n. 2025/517 che modifica il regolamento (Ue) n. 904/2010 per quanto riguarda gli accordi di cooperazione amministrativa in materia di Iva necessari per l’era digitale;
- il Regolamento di esecuzione (Ue) n. 2025/518 che modifica il regolamento di esecuzione (Ue) n. 282/2011 per quanto riguarda gli obblighi in materia di dichiarazione relativamente a taluni regimi Iva.
Sono stati approvati tre atti normativi (una direttiva e due regolamenti) che prevedono un’ampia revisione dell’IVA, conformandola all’era digitale, agendo principalmente su tre pilastri: 1. una rendicontazione digitale in tempo reale delle operazioni relative al commercio transfrontaliero, basata sulla fatturazione elettronica europea armonizzata; 2. l’obbligo per le piattaforme digitali, che facilitano i servizi nei settori del trasporto passeggeri e delle locazioni a breve termine, di riscuotere e versare l’Iva dovuta; 3: la realizzazione di “a single VAT registration across the EU” attraverso il Vat one stop shop.
Il pacchetto sopra citato opera, in ottica di semplificazione, su ambiti rilevanti del tributo e del suo funzionamento e, contestualmente, mette a disposizione delle Amministrazioni fiscali moderni strumenti elettronici con finalità antifrode. Gli atti normativi dovranno comunque essere notevolmente implementati da parte dei singoli Stati membri specie per quanto concerne l’adeguamento degli applicativi nazionali.
Ciò ha comportato l’esigenza di prevedere un’attuazione graduale e frazionata dei vari interventi legislativi. Nel dettaglio, dalla data di entrata in vigore del ViDA, ovvero dal 14 aprile 2025, gli Stati membri potranno introdurre autonomamente la fatturazione elettronica obbligatoria in ambito domestico, al ricorrere di determinate condizioni, senza chiedere l’autorizzazione alla Commissione europea. Inoltre, saranno apportati alcuni miglioramenti, ai fini del controllo, al regime speciale dell’Import One Stop Shop (IOSS) poiché si è rivelato altamente vulnerabile ai comportamenti frodatori.
Dal 2027 verranno introdotti aggiustamenti normativi al sistema dello sportello unico, tra cui una modifica nella modalità di calcolo della soglia dei 10.000 euro e l’estensione del regime speciale anche alle cessioni transfrontaliere di gas naturale, elettricità, riscaldamento e raffreddamento.
Dal primo luglio 2028 verrà avviato il percorso, che proseguirà nel 2030, che porterà a considerare fornitori presunti le piattaforme digitali operanti nella locazione a breve termine di alloggi e nel trasporto di passeggeri. Verrà esteso il meccanismo della registrazione IVA unica (sportello unico) anche agli spostamenti di beni propri effettuati all’interno dei confini comunitari. Diverrà obbligatoria l’inversione contabile (ergo reverse charge) per le operazioni in cui siano presenti fornitori non stabiliti. Dal 1° luglio 2030, le transazioni B2B transfrontaliere saranno soggette all’obbligo di comunicazione digitale uniforme comunitario e le relative informazioni verranno acquisite, archiviate ed elaborate con finalità antifrode, da un innovativo sistema comunitario denominato Central VIES. Contestualmente verrà gradualmente dismesso l’attual VIES. Infine, dal 2035 gli Stati membri, che hanno introdotto un obbligo nazionale di comunicazione real time digitale delle operazioni Iva, dovranno conformare i rispettivi standard tecnologici a quelli comunitari stabiliti nel ViDA.