Il reato di evasione fiscale (art. 240 c.p.): quali condotte integrano questo reato?

Il reato di evasione fiscale (art. 240 c.p.): quali condotte integrano questo reato?

Il reato di evasione fiscale viene delineato nell’art. 240 c.p. e indubbiamente è il principale reato tra quelli di natura fiscale presenti nel codice penale. Le altre fattispecie criminose (artt. 241, 243, 244, 245, 246 c.p.) hanno un impiego meno significativo. L’art. 240 c.p. punisce essenzialmente due condotte: chi „riduce“ imposte, tasse, premi assicurativi per la previdenza sociale, premi assicurativi per l’assicurazione contro gli infortuni, premi assicurativi per l’assicurazione sanitaria, canoni o un altro analogo pagamento obbligatorio, da un lato, e chi, dall’altro, „ottiene indebitamente un  vantaggio“ per qualsiasi di questi pagamenti obbligatori. La punizione è quella della reclusione da sei mesi a tre anni o con l’interdizione dall’attività a patto che l’evasione superi una soglia minima di 100.000 czk.

Dalla definizione giuridica emerge che l’evasione può essere la conseguenza di due condotte: la riduzione dell’imposta oppure l’ottenimento indebito di un vantaggio.

Per „riduzione dell’imposta“ si intende qualsiasi atto del contribuente a seguito del quale gli viene addebitata un‘imposta inferiore o non gli viene addebitata alcuna imposta (o tassa, pagamento obbligatorio, ecc). La riduzione del relativo corrispettivo obbligatorio nel senso sopra indicato può essere conseguito sia con un comportamento attivo (azione), ad esempio presentando una dichiarazione dei redditi intenzionalmente falsata, in cui si fingono maggiori spese (costi) sostenute o il profitto effettivamente conseguito viene occultato o ridotto, per cui l‘imposta sarà pagata in misura inferiore a quella corrispondente alla legge, nonché mediante un comportamento omissivo cioè omettendo del tutto la dichiarazione

Per „ottenimento indebito di un vantaggio“, invece, non si intende una mera riduzione non autorizzata di un debito d’imposta effettivamente esistente, ma è una falsa esposizione di un fatto da cui deriva l’obbligo dello Stato di fornire una prestazione non dovuta al contribuente. Quindi il reo non riduce il dovuto verso la Stato ma  al contrario esige dallo Stato un vantaggio fiscale sotto forma di pagamento monetario rendendo false dichiarazioni. Si pensi, ad esempio, al rimborso di un’imposta fittizia versata in eccesso o al rimborso di imposta che non è stata effettivamente pagata, ecc.

L’ottenimento indebito di un vantaggio significa il conseguimento in maniera fraudolenta di un pagamento che altrimenti non si avrebbe diritto o si avrebbe diritto in misura inferiore.

Come ogni reato anche quelli fiscali si compongono di 4 fasi: a) l’ideazione del proposito criminoso, b) la preparazione, c) il tentativo, d) la commissione del reato – consumazione.

La fase a) naturalmente non può essere punita in quando la mente umana è insondabile e non è punibile il solo pensiero che non si manifesti esteriormente in atti concreti. La fase della preparazione è composta da quegli atti che comportano la creazione dei presupposti  per la commissione del reato (organizzazione, adattamento dei mezzi e strumenti) ed essa viene punita solo per i cc.dd. reati particolarmente gravi che ai sensi dell’art. 14 c.p. sono quelli che prevedono una pena massima di almeno 10 anni. La preparazione viene punita con la stessa pena prevista per il reato (particolarmente grave) alla cui realizzazione essa è diretta, salvo che la legge non stabilisca una pena diversa.

Anche il tentativo, che è una fase successiva rispetto alla preparazione, viene punito con la stessa pena per il reato consumato. Il tentativo viene punito a prescindere dal fatto che il reato rientri nella categoria dei reati cc.dd. particolarmente gravi.

Nei reati fiscali la consumazione coincide con la presentazione della dichiarazione e non con il momento, successivo, in cui l’Amministrazione accerta che i dati indicati nella dichiarazione non sono corrispondenti a quelli che dovevano essere.

Un tentativo potrebbe verificarsi se un contribuente presenta una dichiarazione fraudolenta ma la modifichi comunicando i dati corretti prima della scadenza della presentazione della dichiarazione.